I recenti attacchi terroristici di militanti jihadisti nel cuore dell’Europa hanno messo in moto un meccanismo di opposte prese di posizioni che non riguardano solo “Il che fare?” per porre in sicurezza cittadini e Istituzioni, ma anche come salvaguardare quel poco (o molto) che resta dei valori della cosiddetta democrazia occidentale. La principale forza di chi opera usando come strumento la violenza è quella di riuscire a scardinare le più radicate convinzioni nate dalla Rivoluzione francese sotto l’egida di quei tre termini inalienabili “Libertè, Egalitè, Fraternitè”, sanciti nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino del 1789 e fatti propri dalla Massoneria. Solo tre parole…
Libertà: “La libertà consiste nel potere di fare ciò che non nuoce ai diritti altrui”.
Uguaglianza: “La legge è uguale per tutti e le differenze per nascita o condizione sociale vengono abolite”.
Fraternità: “Non fate agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi; fate agli altri tutto il bene che vorreste ricevere”.
Queste tra parole spesso vengono relegate nel dimenticatoio, di ben altra natura sono le “rivoluzioni” e le “primavere” che caratterizzano l’attuale momento storico.
Eugenio Scalfari nel suo Editoriale su Repubblica, “Il pugno di Francesco e la lezione di Voltaire”, fa notare che “IL TERRORISMO del Califfato e di al Qaeda combatte al tempo stesso contro i musulmani che seguono le massime del Corano e non insultano le altre religioni e contro l’Occidente e i suoi valori di libertà. (…) Il valore primario dell’Occidente è la libertà: libertà di espressione, di religione, di movimento migratorio e di comportamenti. (…) L’Europa è uno dei teatri di questa guerra. (…) Questa guerra ha un connotato religioso: l’Islam è spaccato in due, il cristianesimo è il primo bersaglio dei fondamentalisti, gli ebrei sono l’altro bersaglio, ma ce n’è un terzo che non va trascurato ed è lo Stato laico. Anzi, se guardiamo con attenzione quanto sta accadendo, il fondamentalismo religioso ha come primo obiettivo quello di abbattere lo Stato laico, cioè il presidio della libertà. (…) Qualcuno ha ricordato che la Francia è il paese di Voltaire. Io direi che l’Europa è il paese di Voltaire…”.
Eugenio Scalfari si pone interrogativi anche sulla frase di Papa Francesco “Chi insulta mia madre si aspetti un pugno“: “A chi alludeva era evidente; non ai terroristi o non soltanto ad essi che compirono cose ben più gravi, ma probabilmente al giornale “Charlie Hebdo” che insulta Maometto e quindi la religione da lui rappresentata. Cristo ha detto, secondo i Vangeli, di porgere l’altra guancia a chi ti insulta. Francesco invece lo minaccia con un pugno. È un errore? Una contraddizione? Probabilmente è un errore. (…).”
Eugenio Scalfari è molto chiaro nel suo Editoriale, che può essere condiviso oppure no. A nostro avviso la delicata questione ha posto in luce, altrettanto chiaramente, oltre la paura che hanno provocato i terroristi, uno stato di confusione e contraddizione nella collettività europea e (perché no) anche in molti giornalisti. Libertà, è stato detto, consiste “nel potere di fare ciò che non nuoce ai diritti altrui”, ma la libertà di esprimere (quale che sia) la propria opinione?
Se è vero, come è vero, che è in atto una guerra “dichiarataci” da un mondo “diverso del nostro, si deve necessariamente subire?
Si continua a tirare in ballo il “dialogo”, per scoprire magari che dietro il “dialogo” ci sono interessi noti e ignoti. A quali “regole” bisogna fare riferimento, e quali “regole” il cittadino deve seguire?. Dobbiamo continuare a parlare di “dialogo” mentre nel Niger la protesta contro le vignette del settimanale francese “Charlie Hebdo” provoca morti, devastazioni e saccheggi di chiese? Come risponde Papa Francesco a questi nuovi tragici fatti, con il “pugno” o con il “dialogo”?
Ebbene, si sta arrivando al punto che non si avrà più il coraggio di dire apertamente ciò che pensiamo.
Ci resterà solo la “libertà” di autocensurarci?